lunedì 13 agosto 2012

Nuove letture, paesaggi marini e Fiori fritti con crudo e brie

Ieri ho iniziato un nuovo libro. C'è un luogo - un luogo speciale - in cui amo particolarmente iniziare nuove letture, tanto che aspetto proprio quel momento per farlo. Mi piacerebbe fosse sempre così, spesso vorrei dare alle mie letture il giusto paesaggio, la giusta atmosfera. Ma raramente capita e mi "adatto" anche a luoghi più convenzionali, come il vagone di un treno affollato, il divano di casa o la stessa libreria dove generalmente non arrivo alla cassa senza aver letto almeno la prima pagina. Ma la spiaggia - non una qualsiasi, ma proprio quella che dico io - resta il mio luogo prediletto. Non per tutti i libri, s'intende. Alcuni però richiedono il mare e l'orizzonte per dirsi. E' stato così per Le balene lo sanno in una calda e tranquilla mattina di luglio, cinque ombrelloni sparpagliati su tutta la lunghezza della spiaggia, silenzio, onde che s'infrangono, sensazione insolita di essere partecipe di qualcosa di bello - un privilegio inaspettato - e gabbiani, sassi, conchiglie rotte, pezzetti di legno, verde, blu e tutte le tonalità di terra e cielo. 

Ieri sono tornata a quella spiaggia ma il paesaggio era un po' diverso. Calda e appena ventosa mattina di agosto, gente aggrappata fino all'ultimo scoglio, ombrelloni a decine come fiori finti dentro un vaso di terra. Il mare laggiù, da qualche parte oltre il montarozzo di gente. Sempre bello e limpido per fortuna. E pieno di pesci e paguri (vivi, straordinariamente, anche se pronti ad essere sterminati dalla marmaglia che evidentemente non riesce a rapportarsi con un animale che si muove). Il mio passatempo preferito - oltre a quello d'iniziare letture che chiamerò privilegiate - è quello di munirmi di maschera, infilare la testa sott'acqua e osservare. Sotto c'è tutto un altro mondo, un organismo vivente che se ne sta per i fatti suoi, dolcemente cullato dalle onde (quando il mare è calmo) e indifferente - per quanto gli sia concesso - ai nostri piedacci noncuranti. Quando alzo la testa per prendere fiato ecco cosa vedo: ominidi tutati e palmati con in mano fiocine di varie misure e dimensioni; bambini con secchielli pieni di animaletti destinati a finire nella tazza del cesso entro poche ore; alghe estirpate dalle rocce per giocare a tirarsi dietro "cose appiccicose"...

L'uomo ha un istinto perverso per i nostri giorni, ovvero quello del cacciatore che torna alla sua grotta con un pezzo di montone sulla spalla. Nell'altra mano tiene ovviamente la clava.
Le donne invece sono troppo impegnate a spalmarsi di crema per ammirare il paesaggio intorno, figuriamoci quello sott'acqua.
Ma io fortunatamente ero in buona compagnia, il professor Lorenz mi parlava di pesci, taccole e oche selvatiche. Potevo trovare un posto migliore per iniziare L'anello di Re Salomone? Penso proprio di no.


Piccola premessa: le mie ricette stanno virando felicemente verso una cucina vegetariana. Per me è molto difficile tuttavia riuscirvi. Non riesco a eliminare la carne dall'oggi al domani, ma posso tentare di diminuirne gradualmente il consumo. Si tratta di una scelta personale dettata dalle mie letture che mi tengono documentata e aggiornata sul mondo e sullo sfruttamento animale. E più leggo, più cresce in me una consapevolezza e allo stesso tempo un dubbio su scelte che non ho mai fatto - come quella, appunto, di rinunciare alla carne. Mi piacerebbe che questo fosse il primo passo per arrivare a una coerenza di cui sempre più avverto il bisogno. Più difficile ancora sarà rinunciare ai derivati animali, o almeno a quei derivati che provengono dalla cosiddetta "industria del cibo". Ma un passo alla volta credo sia il modo migliore d'iniziare.

Ingredienti (per circa 20 fiori):

20 fiori di zucca
prosciutto crudo (1/2 fetta a fiore)
formaggio brie
300 gr di farina
33 cl di birra
olio d'arachidi
sale

Questa è una variante del classico fiore farcito con alici e mozzarella. E qui parte il ringraziamento a mia zia che mi ha indicato la ricetta. 

Pulire delicatamente i fiori ed eliminare il pistillo interno. Riempirli con un dado di brie arrotolato in una fettina di prosciutto (o anche meno se la fetta è maxi!). Preparare la pastella con la farina e la birra ghiacciata versata poco a poco fino a che non risulti un amalgama senza grumi. Salare.
Scaldare l'olio in un contenitore per fritture e quando sarà adeguatamente caldo versare i fiori - che avrete ricoperto di pastella - nell'olio bollente. Friggere qualche minuto e scolare su carta assorbente da cucina.
Buoni anche tiepidi e accompagnati da un vinello fresco e un'insalatona sciogli-fritto!!

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