venerdì 10 febbraio 2012

Riso al forno con verza e curry

Ho trovato questa ricetta sul mio libro vegetariano, dal quale in verità attingo molto poco pur apprezzando le ricette a base di verdure, legumi e cereali. Nei libri vegetariani c'è sempre qualche ingrediente che mi manca, qualche erba non disponibile e qualcosa che mi resta impresso come "insipido". Si tratta in parte di pregiudizi di una carnivora incallita che vorrebbe in qualche modo diminuire il consumo quotidiano di carne. Non solo per un fattore etico (e già questo basterebbe), ma anche nutrizionale. Il consumo eccessivo di carne è un'abitudine alimentare sbagliata e alla lunga anche dannosa. Se poi aggiungiamo il trattamento riservato agli animali nelle cosiddette fattorie industriali e le conseguenze dello sfruttamento del terreno ad uso massiccio di allevamento del bestiame, dovremmo riconsiderare le nostre abitudini. Mi rendo conto che non è semplice. Confesso di aver tentato e di aver ceduto dopo una settimana. Mi sono riproposta allora di diminuire non solo la quantità di carne da consumare, ma anche la qualità. Ho bandito così dalla mia tavola la selvaggina (e non la ordino ovviamente ai ristoranti) ma non riesco ancora a lasciarmi alle spalle maiali, mucche, vitelli e conigli. Solo a sentirne il profumo mi scatta immediata l'acquolina e so che se fossi a portata di coscia o di costoletta le mangerei senza pensarci due volte. La scelta del vegetarianesimo, per chi è abituato a mangiare carne, richiede una grande fermezza e forza di volontà. Basterebbe forse documentarsi meglio per farsi passare la voglia di mangiare carne.

Ricordo che dopo aver visto il documentario sulle multinazionali dell'hamburger, per un periodo di tempo abbastanza lungo non ho più mangiato un panino. Lo stesso effetto mi fecero i libri di Peter Singer, Liberazione animale e La vita come si dovrebbe. Trovo moralmente giuste tutte le sue argomentazioni e ritengo che un'ora di etica ecologica e animalista andrebbe impartita nella scuole come da programma almeno una volta alla settimana, soprattutto in considerazione di ciò che sta accadendo a livello globale nel nostro pianeta, che per molte persone è la vita di tutti i giorni. Malnutrizione, malattie e disastri climatici hanno in parte (forse in gran parte...) origine dal nostro modo di rapportarci con l'ambiente naturale. Siamo come i famosi abitanti dell'Isola di Pasqua, che sono riusciti a rendere un paradiso terrestre un luogo inospitale alla vita. Si sa poco di questi primi colonizzatori, ma gli studi e le ricerche confermano l'esistenza sull'isola di una fitta vegetazione scomparsa nel giro di poche centinaia d'anni a causa della deforestazione da parte dell'uomo. L'isola divenne invivibile e la popolazione si decimò in una guerra civile. Come nei migliori film di fantascienza, solo che questa è una storia vera.

Non per fare del solito allarmismo, ma dei tanti problemi che ci affliggono, quello della salvaguardia del pianeta dovrebbe essere una priorità. E' come avere in mano un elastico e fare affidamento (troppo affidamento!) sulla sua resistenza. Prima o poi l'elastico cederà e faremo di noi tanti martiri del clima. Perché non sono certa che saremo in grando di riconoscere pienamente le nostre responsabilità.

E tutto questo cosa ha a che fare con l'essere vegetariani? Forse sono partita per la mia solita tangente, ma il discorso non è in fondo così disconnesso da quello di partenza. Decimare foreste e animali per le nostre presunte esigenze, fa parte di una catena. Perché se esiste una catena della vita, esiste anche il suo contrario. Distruggendo e sfruttando un habitat o una specie, rendiamo più precario l'intero equilibrio del mondo naturale del quale (ma guarda un po'!) facciamo parte anche noi. Certo, la bistecca che mangiamo con gusto non proviene da nessuna prateria o branco selvaggio. Noi decimiamo secondo uno standard economico, a tabelle di marcia regolari e inflessibili. Lasciamo che gli animali vivano in condizioni di estrema sofferenza, sottoposti ai peggiori trattamenti e diamo loro una morte ignobile e dolorosa. Animali già confezionati e prezzati in partenza.

Detto ciò, il riso alla verza ha tutto un altro sapore...

Ingredienti per 4 persone:

300 gr di riso
1/2 verza (a seconda della grandezza)
1 uovo
cipolla
curry in polvere
parmigiano
peperoncino
sale
olio

Cuocere il riso con una quantità d'acqua pari al doppio del suo volume. Aggiungere all'acqua di cottura il curry in polvere a seconda di quanto lo si preferisce speziato. Bisogna considerare che il riso non verrà scolato, assorbendo quindi tutto il curry. Spegnere il fornello a cottura non ancora ultimata (ovvero prima che il riso assorba tutta l'acqua) in modo che sia ancora al dente. Pulire e tagliare a listarelle la verza e farla soffriggere in padella con olio, cipolla e peperoncino portando a cottura. In una pirofila unta d'olio formare i seguenti strati: riso, parmigiano, verza. Sull'ultimo strato, che deve essere di riso, cospargere in modo uniforme un uovo sbattuto. Aggiungere dell'altro parmigiano ed infornare a 180° per circa 15 minuti, il tempo che si formi una crosticina.

2 commenti:

  1. davvero bella come idea... bravissima!!!

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  2. Beh, a me già il riso piace da matti. Il curry non te ne dico (ne consumiamo circa un barattolino al mese variamente sparso su pollo, riso e pasta).
    Le cose multistratificate, come già sai, scatenano ogni mio più basso istinto: e ne avrei da separare qua!
    Ergo: mi copio la tua ricettina e ti faccio sapere, perchè questo lo provo sicuramente!
    Quanto al discorso sul vegetarianesimo non mi esprimo. Sarebbe davvero troppo lungo. Dico solo che oggi, a proposito del fatto di poter essere martiri del clima, qua sul litorale laziale è in atto una specie di bufera di neve...
    Sconcerta e intristisce molto. Oltre a tante altre cose, davvero molto strane in questo periodo, che accadono sopra, sotto e tutto intorno a noi.
    cara betel, ti auguro un bellissimo fine settimana!
    eddai fa' du frappe, vabbè che hai fatto quasi indigestione di castagnole ma co sto freddo ce vonno!!
    Baci!!

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