giovedì 26 gennaio 2012

Zucchine gratinate alla besciamella

Ieri sera guardavo l'ultima parte della trilogia di Jackson basata sul tomone di Tolkien. E' una cosa che faccio almeno una volta l'anno, credo ormai di conoscere a memoria tutte le battute e tutte le espressioni dei protagonisti. Ho letto il libro parecchi anni fa, avevo forse 14 o 15 anni e ricordo solo di averlo divorato. Diversi anni dopo (forse ne avevo già 20-22) ho letto il prequel, Lo Hobbit, dove viene narrata la storia di Bilbo e tutte le sue stravaganti avventure. Abituata alle descrizioni minutissime della Compagnia & Co., Lo Hobbit non ha lasciato un gran segno ad essere sincera. Ad ogni modo la magia di Tolkinen è stata quella di aver saputo creare un mondo possibile, di aver dato ai suoi personaggi una storia, una lingua, una tradizione orale e scritta. D'altra parte ha dedicato la sua vita a questo.

Tuttavia, più guardo il monumentale lavoro di Jackson, più sento che qualcosa stona terribilmente. Qualcosa di profondamente estraneo al romanzo, sebbene abbia ormai vaghi ricordi del racconto in sé. E ieri c'era qualcosa che stonava più del solito ed era l'effetto di quel gusto tipicamente americano che spesso rovina molti film: il machismo a volte umoristico che tende ad appiattire delle personalità molto più complesse. Penso a Legolas che fa snowboard sulle scale di pietra con lo scudo; al battaglione di orchi nell'ultima battaglia al cancello nero, con tanto di ispezione alla Hartman; alla battuta di Gandalf circa "l'infedele" Sauron; a Merry e Pipino che sono credibili nell'unica scena in cui vengono divisi da Gandalf. E a proposito della coppia di hobbit, posso finalmente dire che la scena iniziale in cui rubano i fuochi dello stregone e per punizione vengono messi a pulire i piatti della festa...è assolutamente patetica ed è stata appositamente aggiunta dagli sceneggiatori per delineare il profilo dei due personaggi. Mi rendo conto che la trasposizione cinematografica di un libro così importante a livello di contenuti e descrizioni non sia semplice. A maggior ragione perché aggiungere scene "sottotitolate" quando il materiale a disposizione è già ampio?

Più guardo il film e più mi viene voglia di ritornare alla lettura originale del romanzo, che ritrovo pienamente solo nell'introduzione del film in cui c'è inoltre una delle musiche più belle della colonna sonora...



E ora le mie zucchine...realizzate letteralmente con quel che restava in frigo. Avevo infatti della besciamella avanzata da una precedente preparazione, un paio di zucchinone (quelle che sanno di poco e niente per intenderci), mezza mozzarella e della mortadella appena comprata. Mi sono detta, perché non infornare tutto?



Ingredienti:

2 zucchine grandi
2-3 fette di mortadella
1 mozzarellina
besciamella
parmigiano
sale
olio
pangrattato

Lessare le zucchine e scolarle ancora al dente. Ungere una teglia di olio e cospargere con il pangrattato. Tagliare le zucchine per la lunghezza, salarle e disporle a "pancia in giù" nella teglia. Unire alla besciamella la mortadella tagliata a pezzettini, la mozzarella a dadini e dell'abbondante parmigiano grattugiato. Mescolare amalgamando gli ingredienti e versare il composto sulle zucchine. Cospargere di pangrattato e infornare per 15 minuti o fino a che non si formi una crosticina.

Per un piatto ancora più gustoso suggerisco di soffriggere le zucchine tagliate a metà in una padella con del burro e magari usare le zucchine romanesche, più piccole ma sicuramente più saporite. In quest'ultimo caso raddoppiare la quantità da utilizzare.

Accompagnato da un'insalata, può essere un velocissimo piatto unico da arricchire a seconda dei gusti e - perché no - delle rimanenze del giorno prima!

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