lunedì 31 ottobre 2011

Come iniziano i giorni nuovi? Somigliano a quelli passati o hanno un colore più intenso, appena percettibile, e luminoso?

Oggi è un giorno nuovo. E anche più lungo di un'ora. Voglio credere che non sia solo una coincidenza.

domenica 30 ottobre 2011

Tra le cose che amo c'è la cucina. Questa si avvicina a quella dei miei sogni. Soprattutto per il lavello sotto la finestra che magari si affaccia su un prato circondato da alberi - mi piacerebbero gli aceri che d'autunno si sciolgono in diverse sfumature di colore fino al rosso acceso e poi giallo, arancione, azzurro che s'intravede tra i rami. E forse lavare i piatti a fine giornata - vabbè che sarebbe notte fonda e addio alla vista dell'acero - non sarebbe tutto sommato così spiacevole. Ma non sarebbe spiacevole neanche se dall'altra parte della finestra ci fosse la persona che amo e a quel punto fuori potrebbe esserci anche un muro di cemento e ciò non m'impedirebbe di essere felice lo stesso.

Son cose che si dicono. Ma poi, cara mia, ti vorrei proprio vedere a vivere dentro un vespaio, stretta stretta, con una piccola finestra da cui guardare il mondo colorato da una tenda blu cielo.

Ma il mondo è dentro e non c'è vespaio che possa distruggerlo. Me ne accorgo ogni volta che guardo fuori. E non è che non voglia fare i conti con la realtà (anche se a volte succede), ma ho raggiunto una consapevolezza diversa. Non è esatto. Sono tornata alla consapevolezza inconsapevole di un tempo. Quando sentivo un mostro agitarsi dentro di me e al quale non ho mai dato voce. Un mostro di bellezza, forza, coraggio, speranza, luce e dolcezza. Non avevo un nome per tutto questo e forse non l'ho ancora trovato, ma che importa. Sento di nuovo la sua presenza e tutto mi sembra di nuovo possibile. Il sogno, però, è cambiato. Non è più una cucina con una grande finestra, non è neanche una cucina e basta. E'...per il  momento non riesco a dirlo. Forse si avvicina a questo:


Accade a Roma. Si, lo so, accadeva tre giorni fa, ma ogni tanto mi giungono queste notizie da altri mondi e allora mi sveglio tutta sudata. E purtroppo questa è la realtà.

Tristezza. Si potrebbe innescare una discussione infinita sul valore discutibile di ciò che circonda. Basterà però citare il buon Cipolla:

Sempre ed inevitabilmente ognuno di noi sottovaluta il numero di individui stupidi in circolazione

A Ponte Milvio ce n'erano ben 8mila, per non parlare dei 250 vigili che quelli - vabbè - un po' come polizia e carabinieri stanno sempre in mezzo a complicare il complicabile.

Come dire...

Ahi serva Italia, di dolore ostello, nave senza nocchiero in gran tempesta, non donna di province ma bordello! Era il 1300. Eppure Dante lo diceva a chiare lettere:

fatti non foste a viver come bruti,
ma per seguir virtute e conoscenza




Che ore saranno ad Auckland?

mercoledì 26 ottobre 2011

Hey, you. Come here.

Succedono cose strane. Sarà il cambio di stagione o sarò io che la mattina non mi lavo bene la faccia e tendo a vedere tutto felicemente distorto. Come attraverso uno specchio che deforma la realtà facendola sembrare più lunga o più grassa o più vera. C'è musica che proviene dalla strada, come se il circo fosse arrivato in città. Musica che parla con note d'autunno sotto il cielo grigio di questa mattina ancora assonnata. La musica come fuoco lambisce le estremità del corpo scottandomi un po'. Bruciature che restano a canticchiarmi nelle orecchie fino alla sera, ritornelli di ricordi passati e dolcissimi, sorridenti senza sapere il perché. Il circo è arrivato in città, giocolieri ai semafori che lanciano in aria palline gialle e piroettano di fronte a spettatori ingabbiati dentro auto riscaldate mentre la musica si avvicina e il pavimento diventa rovente sotto i piedi, tanto che le le gambe saltano dalla sedia e si uniscono a questo circo che danza e ruota e chiama e non chiede nulla tranne voce e sudore di un inverno che arriva, di un'acqua che scende senza pulire nulla.

Succedono cose strane. Ieri mattina il treno si è fermato davanti a un oliveto e per due ore gli alberi sono rimasti immobili a guardare la lingua d'acciaio che pigra sbadigliava il suo stanco lavoro. E come in un film di Kusturica le porte si sono aperte e giacche, cravatte, borse sono scese tra un sentiero di campagna che si perdeva dietro l'angolo di un campo da calcio e ogni cosa era irreale, tanto che ho sorriso da quel finestrino a forma di mondo e ho sperato che il treno non ripartisse e lasciasse tutti noi in attesa di qualcosa di bello.

Sono giorni ultimi, per me. Li sento premere. Stringere. E non so dire come.

domenica 23 ottobre 2011

Non c'è niente da fare, i complenni restano giorni speciali anche quando non vogliamo festeggiarli. Siamo nati. Quel giorno di un tot di anni fa. Prima non c'eravamo e non c'era di noi neanche l'idea perché le idee hanno una vita propria e non siamo in grado di plasmarle in una forma precisa, esatta, rifinita. Le idee sono bozze di desideri che finiscono sempre per intrecciarsi con la realtà.

Non sono brava con i compleanni, infatti questa mattina sono uscita quando ancora per strada non c'era nessuno a comprare un cornetto con due candeline e ho sbagliato l'età. A volte confondo persino la mia. Quest'anno sarà difficile sbagliare perché arrivo a trent'anni, come se fosse un traguardo. Io spero di no.

Un cornetto al cioccolato (che non è nutella anche se la commessa c'ha provato a spacciarmela per tale) e due candele sbagliate. Ad onor del vero quella sbagliata era soltanto una ma è bastata a rendere sbagliato tutto il resto.Però, come dice Sagan:

"In ogni eiaculazione maschile vi sono centinaia di milioni di cellule spermatiche e di esse solo una può fecondare un uovo e produrre un membro della successiva generazione di esseri umani; ma quale spermatozoo fecondi l'uovo dipende dai fattori più minimi e insignificanti, sia interni sia esterni. Se anche una piccola cosa fosse andata in maniera diversa 2500 anni fa, nessuno di noi sarebbe qui oggi. Vi sarebbero miliardi di altre persone al nostro posto."

Credo che un compleanno non sia tanto da sottovalutare. E forse alla tavola del Cappellaio Matto questa verità era già nota quando si festeggiava il Buon Non Compleanno.

sabato 22 ottobre 2011

Era rosso il tramonto con striature di blu. Il traffico sfrecciava attraverso i nostri abbracci e il mare immobile dall'altra parte della strada con i suoi mille occhi acquosi. Avrebbe potuto essere ovunque, forse anche dentro un film. Avrebbe potuto fermarsi qualcuno e scattarci una foto. E poi siamo corsi via e correndo siamo scivolati dentro una striscia d'asfalto che ha ingoiato ogni meraviglia. Tranne quella del mio cuore.


Ti amo
In Nuova Zelanda, ad Auckland per la precisione, è mezzanotte e qualcosa. Io sono nata e cresciuta a Roma, anzi per la precisione sono nata a Roma e cresciuta in provincia, sempre un po' periferica rispetto al fermento cittadino e ancor più al fuso orario di Auckland. Ma questa storia dei tempi e dei giorni che ruotano su questi assi e ci regalano albe e tramonti infiniti, mi affascina. E trovo che, nonostante la scienza ci abbia detto molto in proposito, trovo che ci sia ancora qualcosa di magico in tutto questo. Prendete la Terra e il Sole e questo Universo intero che gira come se fosse al rallentatore. E' come il movimento di una testa di donna che scioglie i capelli al vento. E quindi io sono qui, chiusa nella mia periferia di mondo, e nulla m'impedisce di vivere questa notte scura dall'altra parte del mondo. Altrove. Sempre. Sempre tesa in fondo a quel ponte.
Ordine e disordine intorno a me. Rincorro vestiti e attimi irripetibili in mezzo a tracce di marmellata appiccicosa che ricordano un risveglio di qualche ora fa. Mi sento al centro di qualcosa che pulsa senza riuscire a seguirne neanche un battito e mi lascio andare all'indefinibile urgenza di dire. Di dirmi. Di ricordare e correre incontro a qualcosa che fugge o semplicemente mi aspetta. L'attesa è in fondo è una fuga lontana, è sempre l'altra sponda, il richiamo della foresta, la zanna che ulula al vento, l'acqua intorno a un ponte sospeso fatto di legno e corda e brividi lungo la schiena. Rincorro il tempo che fugge. Prima che il supermercato chiuda.
Il buio nella stanza la mattina mi opprime. Potrebbero essere le dieci come le due come le cinque del pomeriggio e io sarei comunque ingoiata in una bolla di pece. Il fatto è che non posso neanche allungare la mano e alzare la serranda e non solo perché la serranda non è a portata di mano, ma perché è legata al sensore dell'allarme e quindi dovrei alzarmi, scalza, e nel buio a tentoni raggiungere l'altra stanza, disinserire l'allarme e a questo punto fermarmi in bagno, perché la posizione verticale stimola la vescica che è una bellezza e questo a qualsiasi ora del giorno e della notte, con o senza la serranda abbassata. E quindi, sono sveglia. Tutti i tentativi di rinfilarmi a letto e fare finta di avere appena aperto gli occhi, sono vani e infruttuosi. Non che io voglia riaddormentarmi. No. Io vorrei semplicemente svegliarmi con la luce che filtra dai buchini della finestra, osservare il gioco di ombre della camera, percepire che è giorno come gli uomini delle caverne devono averlo percepito all'alba del mondo. Basterebbe ricordarsi la sera di non srotolare la serranda come a proteggersi da un'incursione aliena. Ma la sera mi piace tenere fuori il mondo, per sicurezza tiro anche la tenda. Inconciliabili contraddizioni dell'essere donna.

venerdì 21 ottobre 2011

Si arriva a Termini accolti dallo striscione Benvenuti al Quarto Mondo! dove piove dal tetto, le uniche due linee di metro sono sommerse dall'acqua, i treni partono a singhiozzo, le macchine giocano a domino per strada, gli autobus sono fuori servizio e il tram, il mio tram, mi passa sotto il naso (zuppo anche quello) con la scritta fluorescente: DEPOSITO. Sarà mica colpa, ancora una volta, di Saramago? (a quanto pare oggi va forte il buon vecchio José). "(...) in ordine decrescente di quantità, e a beneficio culturale di una popolazione che non si sogna neppure l'esistenza di tanta roba nel mare in cui si bagna, cloro, sodio, magnesio, zolfo, calcio, potassio, bromo, carbonio, stronzio, boro, silicio, fluoro, argo, azoto, fosforo, iodio, bario, ferro, zinco, alluminio, piombo, stagno, arsenico, rame, uranio, nichel, manganesio, titanio, argento, tungsteno, oro, che ricchezza, mio Dio". Secondo me è anche un po' colpa dello stronzio.